Queste strisce vengono dispiegate dal cantastorie per narrare e sono conservate arrotolate.
Gli Scrolls hanno origini antichissime, nascono come mezzo di comunicazione e d’intrattenimento, e si ritrovano in diverse parti dell’India e del Bangladesh.
Le Singing Women del West Bengal sono delle cantastorie, che riprendono la tradizione degli antichi cantastorie indiani itineranti. Essi si recavano nei villaggi per narrare storie, utilizzando Scrolls, da loro stessi dipinti, che srotolavano man mano accompagnando lo scorrere delle immagini con un canto esplicativo.
Questo tipo di Perfomance deriva dal teatro popolare indiano Jatra.
Le strisce costituite da più pezzi di carta, prodotta a mano o industrialmente, sono larghe dai 50 ai 60 cm. I diversi pezzetti di carta sono assemblati, fino a raggiungere la lunghezza desiderata dello Scroll, che può variare dai 2 ai 5 metri.
Il cantastorie dipinge la storia in sequenze e ne decora i bordi.
Sul lato posteriore della striscia è incollato del tessuto – pezzi di vecchi Sari – per rinforzarla e renderla maneggevole nell’operazione di srotolamento.
In origine i pigmenti erano costituiti da elementi presenti in natura: sostanze vegetali o minerali. Oggi invece, sono più sovente utilizzati colori industriali, come tempere o acrilici.
La tecnica pittorica delle Singing Women è rimasta invariata per secoli, tramandata di generazione in generazione.
Le storie dipinte seguono un andamento verticale, procedendo per sequenze, una sorta di storyboard ante litteram.
Le figure prima disegnate, i cui i contorni sono definiti da colori scuri, sono poi riempite con campiture piatte di colore.
Caratteristica peculiare di questi dipinti è la bidimensionalità e la totale assenza di prospettiva.
La loro forza espressiva scaturisce invece da arditi accostamenti di colori vivacissimi.
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